Madame de Pompadour
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Tavola 30, spunto 2 #
Provi di nuovo il sentimento dell'amore, ma un amore proibito dalle convenzioni dei mortali attorno a te. Crea un nuovo Personaggio. Perdi una Risorsa.
"Che uomo quel Voltaire, eh?"
Eleonora mi sorride tenendomi per il braccio, mentre ci allontaniamo nel parco della Reggia.
"Molto acuto, te lo concedo" la conosco da troppi secoli, e capisco che vuole suscitare in me un qualche tipo di scenata di gelosia, ma non ho intenzione di darle questa soddisfazione.
"Oh, andiamo!" non sembra voler demordere "Ho visto la tua faccia quando ha fatto quella dedica a Luigi e la tua Madame de Pompadour. E so bene che il fastidio che provavi non era per lo scandalo che le sue parole hanno suscitato..."
Ha ragione, ovviamente. La cosa che mi disturba di più di Jeanne-Antoinette è che lo scandalo dettato dalla sua relazione con il Re la lascia del tutto indifferente, nonostante il numero sempre più impressionante di nemici che si è fatta a corte.
"Le ho proposto il Dono" mi lascio sfuggire stizzito, tanto per darle un minimo di soddifazione.
"Sul serio? Tu?" Eleonora inarca un sopracciglio, autenticamente stupita "Parola mia, per molto tempo ho pensato che tu fossi la prova dell'esistenza di una sorta di sterilità tra i vampiri. Non hai altri infanti all'infuori di Sara, giusto?"
Annuisco, e dopo tanto mi ritrovo a pensare a Sara.
Chissà dove si trova. Le nostre strade si sono separate quasi cinquant'anni fa, quando ha deciso d'invischiarsi con la successione della corona di Spagna.
Probabilmente è un fatto naturale per noi vampiri, ragionandoci: dopotutto, dal poco che ricordo e stando al mio diario, anche io mi sono dato parecchio da fare tra Genova e Venezia.
Ma oramai sono semplicemente stanco. Se solo Jeanne avesse accettato la mia proposta...
"Puoi sempre imporgli la cosa. Ma non serve che te lo dica, vero?" Eleonora sembra leggermi nel pensiero. Forse può farlo, chissà? Non ho mai capito quanti e quali poteri abbia in senso assoluto, né da quanto tempo calca questa terra se è per questo.
Se c'è una cosa che ho capito dei vampiri in questi seicento anni, è che l'età conta parecchio.
Ricordo ancora Karl e la sua progenie, nel 1630: lui non doveva avere più di qualche secolo, come Sara, e ucciderlo è stato tanto facile da lasciarmi deluso.
Forse è per questo che non voglio costringere Jeanne con la forza: sento il bisogno di un minimo di senso di sfida nella mia eternità.
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